U.F. 3 – LA VOCE E IL PAESAGGIO

16 DICEMBRE 2022 - MESSINA, CASA DEL CON

a cura di

Giovanna La Maestra, educatrice

Francesca Billè, psicopedagogia

 

 

U.F. 3 - La voce e il paesaggio - venerdì 16 dicembre
La prima parte di questa terza unità formativa si è svolta presso Il cantiere dell'InCanto. Un grazie a Giovanna La Maestra e Francesca Billè
Il suono di uno xilofono ha accolto i partecipanti, accompagnati per mano a prender posto in un cerchio di ascolto e condivisione.
Non è facile lasciar fuori i rumori del nostro quotidiano, altre voci che spesso ci impediscono di ascoltare la nostra voce.
Un tamburo tra le mani e si inizia ad ascoltare la propria voce vibrare e diventare canto, dentro di sé si cercano suoni lontani a cui dare ascolto. Paesaggi dell'infanzia riaffiorano.
Sono appesi ad un suono, ad una voce, ad una parola.
Impariamo che il paesaggio si percepisce attraverso tutti i sensi. Un'esperienza che si impiglia nella nostra memoria, può risalire dal pozzo profondo in cui abitano i ricordi attraverso vari ganci. Uno di questi è il suono.
O forse il canto.
Ogni voce ha una sua musicalità.
Le parole che diciamo non sono solo ciò che significano, prima di tutto sono il loro suono. Cantare una parola vuol dire sentirla risuonare dentro di noi. Può capitare così di vederla rinascere a vita nuova.
Se ascoltiamo il suono che fa quella parola vibrando sulla pelle di un tamburo, forse capiterà che anche il suo senso si riveli a noi in modo inatteso.

Grazie di cuore Francesca e Giovanna per la densità dell'esperienza che ci avete donato!

17 DICEMBRE 2022 - MESSINA, PARCO ECOLOGICO SAN JACHIDDU

a cura di

Venera Leto, libraia, PHD in Architettura del Paesaggio

Manuela Martines, artista ed educatrice

 

 

U.F. 3 - La voce e il paesaggio, sabato 17 dicembre
La seconda parte di questa terza unità formativa si è svolta presso il Parco Ecologico S. Jachiddu - Messina, ospiti di Mario Albano che con amore custodisce questo luogo.
Si ritorna a parlare di libri e paesaggio, guidati da Venera Leto che presenta una carrellata di testi sull'argomento.
Riflettiamo su come si sia modificato nel corso di alcuni decenni il modo di guardare a ciò che ci circonda, da paesaggio-cartolina a
paesaggio come spazio delle relazioni, e su come sia cambiata la sensibilità verso i paesaggi marginali, di confine, quelli verso cui guarda Renzo Piano quando parla dell'importanza del 'rammendo' delle periferie.
Ma qual è oggi il sistema di relazioni tra paesaggio e natura? Come è cambiata l'idea di giardino? Nella scala evolutiva che posto occupano gli esseri che appartengono al mondo vegetale? Le piante sono esseri senzienti?
Tante le domande e vivace il dibattito che si accende tra i presenti. Venera ci consiglia di andare a cercare qualche risposta nei libri di Gilles Clement e in quelli di Stefano Mancuso.
Continuiamo a parlare di paesaggio con Manuela Martines. Con lei, in modo graduale, passiamo dal guardare i libri sugli alberi all'osservare gli alberi per leggerli come fossero libri che contengono messaggi per noi.
Una camminata consapevole, ascoltando il nostro respiro e concentrandoci sui movimenti di espansione e contrazione dei nostri polmoni, ci conduce idealmente e fisicamente ad abbandonare il tempo lineare, che normalmente come uomini abitiamo, spostandoci verso quello circolare, proprio della natura.
Osserviamo il paesaggio, ci muoviamo ad occhi chiusi da un punto ad un altro, li riapriamo per un istante e puntiamo lo sguardo per scattare foto ricordo con un click immaginario: chiome argentate mosse da una leggera brezza, scorci di mare e di cielo, un prato abitato da fiori.
Ascoltiamo il canto degli alberi attraverso un device elettronico. Ogni albero ha la sua voce, il suo canto. Quello di un ulivo è diverso da quello di un sughero. Anche un filo d'erba emette un suo canto.
L'esperienza è rigenerativa.
Mettersi in ascolto della natura è un passo da compiere anche per entrare in relazione profonda con sé stessi.
Grazie di cuore @Venera Leto e Manuela Martines, splendida esperienza!
Torna in alto